I Santi della Confederazione dei Canonici Regolari di Sant’Agostino
GENNAIO
Alano di Solminihac naque nel 1593 da una famiglia nobile nel castello di Belet, vicino a Périgueux.
Ancor giovane ricevette il feudo comprendente l’abbazia di Chancelade dei Canonici Regolari di S. Agostino, da molto tempo in cattive condizioni.
Nel 1618 fu ordinato sacerdote e cinque anni dopo (1623) ricevette la benedizione abbaziale: iniziò allora il suo impegno per il decoro e la riforma dell’abbazia e della Congregazione Canonicale che da quella stessa abbazia prese il nome.
Nel 1636 fu nominato vescovo di Cahors; guidò il gregge affidatogli seguendo l’esempio di s. Carlo Borromeo, cioè secondo lo spirito di riforma ad altre regioni della Francia.
Fu fedelissimo alle Sede Apostolica, cercò di correggere gli errori che serpeggiavano; personalemente austero, era invece larghissimo nella carità. Morì vicino a Cahors il 31 dicembre del 1659.
Nacque a Venezia nel 1381. Abbracciò la vita dei Canonici di vita comune di S. Giorgio in Alga, presso la sua città natale, quando era ancora adolescente; per le sue doti non comuni fu presto eletto priore della comunità e successivamente superiore generale della congregazione.
Il papa Eugenio IV lo fece vescovo; si dedicò con zelo alla riforma della disciplina ecclesiastica e dei costumi; fece fiorire anche la vita religiosa femminile con la fondazione di vari monasteri.
Quando il titolo patriarcale fu trasferito da Grado a Venezia; s. Lorenzo ne divenne il primo patriarca.
Promosse iniziative de carità verso i poveri, scrisse opere ascetiche e pastorali.
Morì a Venezia nel 1455.
Nacque a Remiremont, nella Lorena, il 2 febbraio 1576.
Seguì la vocazione divina fin dalla prima giovinezza e, sotto la direzione spirituale di san Pietro Fourier, si dedicò ad opere di apostolato; in particolare diede vita a molte scuole per l’educazione delle giovani.
Per sostenere queste opere, sempre con l’aiuto di san Pietro Fourier, fondò la congregazione delle Canonichesse Regolari de Sant’Agostino dette di Nostra Signora.
Si applicò costantemente alla pratica delle virtù cristiane e morì, ricca di meriti, a Nancy il 9 gennaio 1622.
Nacque a León (Spagna) verso ii 1130.
Quando da barnbino restò orfano della madre, il padre, Giovanni, assieme a lui si ritirò nd monasterO di San Marceilo (a León) dei Canonici Regolari. Alla morte del padre Martino fece lunghi pelle grinaggi; al ritorno fu ordinato sacerdote nello stesso monastero.
Il monastero di San Marcello successivamente fu tolto ai Canonici Regolari e Martino si trasferl in quello di Sant’Isidoro, sempre a León e appartenente alio stesso ordine.
Fu un sacerdote di vita severa ma molto socievole, segnalatO per la grande devozione all’eucaristia; scrisse moiti trattati, specialmente commenti alle Sacre Scritture.
Morì a León ii 12 gennaio 1203.
FEBBRAIO
Nacque a Sempringham in Inghilterra, dove si dedicò all’educazione dei giovani.
Diventato sacerdote, nella sua città natale, nd 1130 fondò tre famiglie religiose in un unico monastero: la prima, sotto la regola di san Benedetto, di monache, la seconda di fratelli conversi sotto la regola cistercense, la terza di Canonici Regolari sotto la regola di sant’Agostino, che avessero la cura spirituale degli altri confratelli.
Questi religiosi e religiose, detti poi Gilbertini, in poco tempo crebbero e si diffusero in tutta l’Inghiherra.
San Gilberto fondò altre case per soli Canonici Regolari di Sant’Agostino e lui stesso fece parte di questo ordine.
Amico di san Bernardo di Chiaravalle, si distinse per prudenza, umiltà e carità verso i poveri.
Morì ultracentenario ii 4 febbraio 1189.
Nato a Bologna da famiglia nobile entrò nella vita ecclesiastica molto giovane.
Desideroso di una vita sempre più perfetta, entrò nei Canonici Regolari di Santa Croce, a Mortara.
Poco tempo dopo, designato come vescovo di Pavia, per non accettare l’incarico si nascose, finché non fu eletto un altro; il papa Lucio II, nonostante i suoi rifiuti, lo nominò cardinale e vescovo di Palestrina.
Questo incarico non lo distolse dal soccorso instancabile ai poveri, dall’annunzio della parola di Dio e delle buone opere.
Morì molto anziano nel 1158.
Anna Catarina Emmerick ( a volte scritta Emmerich) è nata l’8 settembre 1774 in una famiglia di modesti contadini . Da bambina, era già molto attaccata alla Chiesa e si rappresentava le storie della Bibbia come se le vivesse. Frequentò la scuola quattro mesi solo. All’età di 13 anni, diventò domestica, poi, seguì una formazione di sarta e lavorò nei dintorni di Coesfeld, prima di entrare nel 1802 dalla sua propria decisione nel convento delle Agostiniane di Dülmen.
Durante il tempo che visse nel convento, è spesso malata. Quando il convento è secolarizzato, nel dicembre 1811, diventa la governante di don Lambert, un sacerdote sfuggito dalla Francia. Presto, diviene cosi malata che non può più uscire da casa sua . Dichiara di avere ricevuto le stigmate e, nel corso dei dodici anni che seguirono, di aver sofferto ogni venerdì la passione di Gesù. Secondo le sue parole, delle visioni le rappresentavano gli avvenimenti della storia della creazione e della salvezza. Questo attirò l’attenzione delle autorità profani e religiose e si fece un’inchiesta. Molta gente, alcune personalità comprese, venero al suo capezzale per domandare conforto e consolazione.
A quest’ epoca, avrebbe compiuto un miracolo. Una religiosa malata di una grave tubercolosi dei polmoni e della laringe, chiese a Anna Catarina d’ intercedere presso Dio e si ritrovò guarita in un modo inesplicabile. Avrebbe anche avuto delle visioni della tomba di Adamo ed Eva.
Tra il 1816 e il 1824, il poeta Clemens Brentano, al suo capezzale, prende nota delle sue visioni. Le sue trascrizioni riempiono 40 quaderni in-folio. Ê difficile di fare la parte di ciò che è stato effettivamente detto dalla mistica tedesca e di ciò che può costituire una rielaborazione del poeta. Brentano descrive in dettaglio delle scene e dei racconti (prima di tutto ) del Nuovo Testamento e della vita di Maria. Mel Gibson ha utilizzato le visioni della Via Crucis nel suo film La Passione di Cristo.
In seguito alle visioni di Anna Caterina, la sepoltura e la casa della Vergine Maria sarebbero state riscoperte nel 1881 dal Padre Julien Gouyet su una collina vicino Efeso.
Le spoglie di Anna Caterina Emmerick riposano nella critta della chiesa Santa Croce a Dülmen.
Il primo processo di beatificazione fu sospeso nel 1927, prima di tutto, perché era difficile di valutare l’autenticità dei testi di Brentano, ma fu riaperto nel 1973 e si concluse il 3 ottobre 2004 con la sua beatificazione dal Papa Giovanni Paolo II. Tuttavia, non si fa accenno alle stigmate.
La festa di Anna Caterina Emmerick si celebra il 9 febbraio, giorno del suo decesso.
Nacque nel villaggio di Ganfei, in Portogallo.
Ricevette una educazione religiosa; in seguito abbracciò il sacerdozio.
Fece due pellegrinaggi verso i luoghi santi della Palestina; tornato definitivamente a casa entrò nei Canonici Regolari di Sant’Agostino alla periferia di Coimbra.
In seguito fu eletto priore del monastero; fu molto stimato da san Bernardo.
Morì ottantenne nel 1166.
MARZO
Nacque a Barcellona, in Spagna, verso 111060; entrò nell’ordine canonicale durante l’adolescenza.
Divenne sacerdote e rapidamente percorse i vati gradi della responsabilità ecclesiale priore del monastero di Sant’Adriano, poi di quello di San Rufo, in Provenza, dello stesso ordine; quindi abate, vescovo di Barcellona e amministratore della diocesi di Tarragona.
Si comportò sempre con prudenza e santità, impegnato a riformare la vita ecclesiale, a soccorrere i poveri, a riportare la pace; durante lo scisma, causato da Pietro Leone, sostenne la causa dei Romani Pontefici.
Morì nell’anno 1137 a Barcellona, dopo una vita impegnatissima.
Fin da giovane abbracciò l’ordine canonicale e si esercitò in tutte le virtù da meritare di essere eletto priore del monastero di Sant’Ilario, presso Poitiers.
Per volontà del clero e del popolo fu poi eletto vescovo della città e cercò, con la parola e con l’esempio, di guidarli nella scia del vangelo.
Soffrì molto per difendere la giustizia; morì pieno di meriti nel 1197.
APRILE
Nata nell’isola di Mallorca (Spagna) nel 1531, fin dall’età infantile mostrò segni di una santità non comune.
Entrò tra le Canonichesse Regolari nel monastero di Palma di Mallorca, dove fu un esempio in tutte le virtù, particolarmente nell’umiltà; consumò la sua vita nella preghiera, nel lavoro e nell’ascesi.
Morì nel 1574.
Nato a Parigi, entrò a far parte dei Canonici di Sant Genoveffa, che in quel tempo non facevano vita comune.
Quando Eugenio III chiese ai Canonici Regolari di San Vittore di riformarli, Guglielmo fu tra quelli che accettarono tale riforma.
Fu chiamato in Danimarca per riformare la canonica dell’isola di Eskill, e ne divenne abate.
Soffrì molto, ma portò a termine il compito della riforma, aprendo anche un’altra casa; morì nel 1203.
Nacque a Melan-sur-Seine (Francia); ricevette una formazione culturale umanistica.
Desideroso di una vita spirituale più intensa sperimentò per tre anni la vita eremitica ma il rilevante numero di seguaci e imitatori lo convinse alla vita comunitaria.
Fondò allora due monasteri, uno femminile e uno maschile, ponendoli sotto la regola di sant’Agostino.
Condusse il resto della sua vita nell’ordine dei Canonici Regolari con stile esemplare.
Morì ottantenne nel 1140.
Bonifacio, nato in Piemonte nella seconda metà del XII secolo, entrò nel monastero benedettino di San Benigno Canavese, dopo aver terminato gli studi. In seguito passò ai Canonici Regolari della chiesa di Sant’Orso in Aosta. Divenne priore della canonica e poi vescovo della città, e fu molto stimato per la sua dottrina e la sua santità; nella sua vita, umile e caritatevole, cercò solo la salvezza delle anime.
Morì nel 1243.
Emerico, nato a Quart, località nei pressi di Aosta, entrò tra i Canonici nella chiesa di Sant’Orso, dove si segnalò per la vita esemplare; fu eletto vescovo di Aosta e nel suo ministero condusse una vita austera ma molto zelante.
Secondo la tradizione fu lui ad introdurre nella sua diocesi la festa dell’Immacolata Concezione; morì nel 1313.
Accardo nacque all’inizio del secolo XII in Francia.
Fu il secondo Abate di San Vittore, abbazia dei Canonici Regolari di Sant’Agostino nel 1161 fu nominato Vescovo e governò la diocesi di Avranches.
Scrisse molti libri di carattere spirituale per guidare i fedeli cristiani al vertice della vita spirituale Morì nel 1171 e fu sepolto nell’abbazia di La Lucerne, da lui stesso fondata.
Nacque a Cesena, in Emilia; ricevette la sua formazione nella collegiata di Santa Maria in Porto, a Ravenna, e 11 abbracciò la vita canonicale.
Fu eletto vescovo di Fossombrone e si dedicò al suo ministero con grande impegno, per essere esempio e stimolo al popolo cristiano sotto le sue cure.
Mite e generoso con gli altri, fu esigente con se stesso; morì nel 1219.
MAGGIO
San Stanisław Kazimierczyk, sacerdote dei Canonici Regolari Lateranensi, fu un vero apostolo dell’Eucaristia, ed educatore dei giovani religiosi, ai quali cercò sempre di inculcare l’amore per il Santissimo Sacramento. Nacque il 27 settembre del 1433 a Cracovia da una famiglia borghese: suo padre Mattia Scholtis era tessitore e anche presidente del tribunale municipale per diversi anni; la madre Edvige, che lo diede alla luce in età avanzata, era una donna devota e impegnata nella vita religosa della parocchia del Corpus Domini, dove faceva parte dell’Arcifraternita del Santissimo Sacramento. Battezzato nella chiesa dal Corpus Domini, è qui che, presso la scuola parrocchiale, seguì le prime lezioni, partecipando alle funzioni religiose. Studiò all’Accademia di Cracovia conseguendo il titolo di baccelliere in teologia.
A 23 anni entrò nel convento dei Canonici Regolari Lateranensi di Casimiria, dove trascorse la sua infanzia e cominciò la sua formazione. Prima di professare i voti religiosi, dovette compiere un noviziato annuale, nel corse del quale si distinse per una eccezionale modestia, umiltà ed eccellenza anche nella preghiera. Dopo l’ordinazione sacerdotale, secondo il costume proprio del convento, il sacerdote per cinque anni dovette prepararsi agli obblighi apostolici, lavorando allo scriptorium monastico. Dopo questi ciqnue anni, venne nominato predicatore e confessore, mentre nel convento insegnava ai novizi e sostituiva il padre superiore. I giovani monaci nutrivano grande stima e fiducia in lui, poiché non solo insegnava loro la dottrina crisitana, ma cercava anche con successo di testimoniarla con la sua vita. I biografi del Santo scrivono che con le sue omelie destava un’enorme ammirazione “perché tutto quello che usciva dalla sua bocca, zuccherava le anime e conduceva a sante virtù (…)” e senza essere “lusinghevole in sermoni (…) audacemente castigava peccati grossolani”. Protettore della gioventù monastica, insegnava ai giovani candidati allo stato monastico la storia della Congregazione, le relative regole e il carisma.
Condusse una vita molto intensa ed attiva sottoponendosi ad estenuanti pratiche ascetiche. A 56 anni si ammalò e morì il 3 maggio 1489. Venne sepolto nel presbiterio, accanto all’altare di Santa Maria Maddalena, patrona dei tessitori. Nel 1632 don Martino Kłoczyński, abate del convento, fede edificare uno splendido altare dove furono trasfrite le spoglie del santo. Dopo la morte di san Stanisław Kazimierczyk, i fedeli cominciarono a chiedere l’intercessione del santo attraverso le loro preghiere, nella convinzione che possedesse la grazia di ottenere i miracoli, che venivano annotati in un libro speciale. Già nel primo anno dopo la morte se ne annotarono addirittura 176. I Canonici Regolari Lateranensi cominciarono a presentare domande ufficiali presso la Santa Sede per confermare il suo culto solo nel 1773. In seguito, negli anni Settanta del XX sec. il Cardinale Karol Wojtyla, su richiesta dei Canonici costituì una Commissione storica con la finalità di ricercare e raccogliere ogni odcumento legato alla vita di san Stanisław a conferma della continuità del suo culto. Sulla base di tali documenti iniziò il processo di beatificazione durato dal 1987 al 1992. Giovanni Paolo II lo ha beatificato il 18 aprile 1993 a Roma. Il miracolo che gli ha spalancato le porte alla canonizzazione è stata la guarigione avvenuta intorno al 1617 di Piotr Komorowski, starosta di Oświęcim e proprietario di vaste proprietà a Sucha Beskidzka, che si era ammalato gravemente ad un occhio, tanto che si pensava potesse perdere completamente la vista, non avendo più l’altro occhio. Il processo di canonizzazione a livello diocesano è stato aperto nel 1995. Il 19 dicembre
del 2009 Benedetto XVI ha infine riconosciuto il miracolo di guarigione ottenuto per sua intercessione.
Nata in Francia nel 1632, fin dalla tenera età manifestò inclinazione per le cose divine.
Entrata nell’Istituto delle Canonichesse Regolari Ospedaliere della Misericordia di Gesù e consacratasi a Dio con la professione dei voti, si recò nel 1648 in Canada, dove si dedicò con zelo alle opere della carità e così diede il suo generoso contributo personale alla Chiesa che nasceva in quella nazione tra mille difficoltà.
Obbedendo totalmente alla volontà di Dio, sopportò con forza le tentazioni e i turbamenti, fino a rifulgere, unita a Dio, di mistiche grazie.
Pronta per il cielo, morì a Quebec a soli 36 anni, l’8 maggio 1668.
Nacque a Gubbio, frequentò gli studi a Fano e poi Nello stesso paese natio.
Quando divenne priore della chiesa cattedrale, s’impegnò per restaurarne la vita comune.
Per questo si recò a Ravenna, nel monastero dei Canonici Regolari di Santa Maria in Porto, per apprenderne la regola e le tradizioni che introdusse felicemente a Gubbio.
Di Gubbio fu poi vescovo, ma non cambiò niente del suo modo di vita; umile e mite sopportò serenamente e volentieri molte avversità.
Morì nel 1160.
Nacque ad Autueil, in Francia. Fu istruito ottimamente prima a Parigi poi nel monastero di Le Bec-Hellouin.
Chiamato a Beauvais, resse santamente e con amore il monastero dei Canonici Regolari insegnando egli stesso la sacra teologia ai suoi chierici, così che molti di loro non solo rifulsero per I’osservanza della vita canonicale, ma anche per la dottrina.
Per questa opera e per i suoi ottimi scritti giuridici, Ivo fu il principale restauratore dell’Ordine Canonicale in Francia.
Ordinato vescovo di Chartres, si distinse per le doti pastorali e aderì con incrollabile fedeltà alla Sede Apostolica.
Scrisse discorsi e lettere e interpretò saggiamente le leggi canoniche.
Morì nel 1116.
Il debrando nacque verso il 1028 in Toscana. Fu educato a Roma e si fece monaco.
Aiutò generosamente i Pontefici del suo tempo e si dedicò con grande cura alla riforma della Chiesa.
Con impegno si sforzò di far rifiorire l’antico istituto canonicale introducendovi una più severa osservanza.
Nel 1073 fu eletto Sommo Pontefice nella Basilica di San Pietro in Vincoli col nome di Gregorio VII e continuò strenuamente l’opera di riforma.
Contrastato soprattutto dal re Enrico IV, morì esule a Salerno nel 1085.
Nacque a Pisa verso il 1156.
Arricchita ben presto di doni divini, si consacrò a Dio, come « devota e sorella » presso i Canonici Regolari di Sant’Agostino che conducevano vita comune presso la Chiesa di San Martino nella stessa città.
Praticando la carità, andò come pellegrina a Gerusalemme, più volte a Roma, a San Michele Arcangelo sul monte Gargano e nove volte a San Giacomo di Compostella.
Per questo Giovanni XXIII nel 1962 la costituì celeste Patrona delle «Hostess » d’Italia.
Morì a Pisa il 29 maggio 1207 e fu sepolta nella Chiesa di San Martino.
GIUGNO
Nato a Gennep nel 1080, ma cresciuto a Xanten, sulla riva del Reno, fu figlio di Eriberto, conte di Gennep, in relazione con la corte di Germania e con la casa di Lorena.
Ordinato suddiacono, Norberto fu nominato canonico di Xanten e frequentò la corte dell’arcivescovo di Colonia, Federico, che nel 1112 lo aveva ordinato sacerdote, e successivamente quella dell’imperatore Enrico V, del quale fu confessore. Nel 1115, in segno di ringraziamento per essere scampato a un grave pericolo, Norberto fondò l’abbazia di Fürstenberg, che lasciò insieme con delle terre di sua proprietà, all’arcivescovo Conone di Preneste ed ai suoi successori Canonici Regolari di Arrouaise e decise di dedicarsi alla predica itinerante. Ottenuta l’autorizzazione da papa Gelasio II, nel novembre del 1118 partì per la Francia. Nel concilio di Reims dell’ottobre 1119 chiese il rinnovo dell’autorizzazione a papa Callisto II che sembra non gli fosse rinnovata allo scopo di porre fine a proteste che la sua predicazione, indirizzata anche contro i peccati del clero, aveva suscitato; il vescovo di Laon preferì assegnargli una sede stabile: la fondazione di un convento – e di un nuovo Ordine – nella diocesi di Laon, in una valle nella foresta di Coucy, non lontana da Laon, chiamata Prémontré, in Piccardia.
Ugo di Fosses, Antonio di Nivelles e sette studenti della scuola di Anselmo di Laon furono i suoi primi discepoli nella nuova Abbazia di Prémontré. Norberto guadagnò seguaci in Germania, in Francia, in Belgio e anche in Transilvania, fondando priorati a Floreffe, Viviers, Saint-Josse, Ardenne, Cuissy, Laon, Liegi, Anversa, Varlar, Kappenberg, Grosswardein e altrove. I conventi dei premostratensi, che adottarono la regola di sant’Agostino, accolsero inizialmente anche le donne, in edifici separati e osservanti la clausura. Mezzo secolo dopo la morte di Norberto, tuttavia, le donne furono escluse dall’Ordine, una decisione che fu approvata da papa Innocenzo III nel 1198 con la bolla De non recipiendis sororibus. Norberto fu nominato arcivescovo di Magdeburgo da papa Onorio II nel 1126. Nello scisma verificatosi a seguito dell’elezione di papa Innocenzo II nel 1130, Norberto appoggiò Innocenzo II contro l’antipapa Anacleto II nel grande sinodo dei vescovi tenutosi nell’ottobre 1130 a Würzburg. Negli ultimi anni fu cancelliere e consigliere dell’imperatore Lotario III. Morì a Magdeburgo il 6 giugno 1134 e fu sepolto nella locale abbazia norbertina; successivamente, i suoi resti furono trasferiti nell’abbazia norbertina del Monastero di Strahov a Praga dove tuttora riposano. Fu canonizzato da papa Gregorio XIII nel 1582. Dopo la sua morte, nel 1136 Werner di Steußlingen, vescovo di Münster, che gli era stato molto amico, fondò in suo ricordo il monastero doppio di Asbeck.
Entrò a far parte dei Canonici in Aosta. Condusse la sua esistenza sotto il segno della penitenza e del rigore, ma con forte dimensione apostolica tanto da predicare il Vangelo all’intera regione alpina.
Sul passo del Mont-Joux costruì una chiesa (dedicata a San Nicola) ed un ostello e vi portò a vivere una congregazione di canonici che celebrassero le lodi di Dio in quel luogo di silenzio e de bellezza immacolata e nello stesso tempo soccorressero i viandanti nell’attraversare quel passo.
Morì a Novara nel 1081.
Accolta fra le Canonichesse Regolari di Sant’Agostino della Congregazione delle Ospedaliere della Misericordia di Gesù, svolse per tutta la sua vita il servizio di conversa, coltivando intensamente tutte le virtù religiose.
Durante la rivoluzione francese, avendo rifiutato il giuramento civile, venne accusata e incarcerata.
Per la sua fedeltà alla Chiesa fu decapitata nel 1794.
LUGLIO
Giovanni Lenartz nacque a Osterwijk, un paesino del Brabante da dove gli derivò il nome: Giovanni Osterwicano.
Fu educato cristianamente dai genitori, poi entrò nella congregazione dei Canonici Regolari di Windesheim, nel monastero di Santa Elisabetta a Ruggen, presso Briel.
Dai superiori fu destinato a Gorkum come direttore spirituale delle Canonichesse Regolari.
Imperversava allora l’eresia calvinista, particolarmente violenta contro il clero; Briel fu espugnata, il monastero di Ruggen raso al suolo e Giovanni, ormai anziano, fu catturato con altri 18 sacerdoti e religiosi.
Ci furono dapprima una durissima prigionia e torture, finché poi il 9 luglio 1572 furono uccisi per impiccagione: il motivo reale di tanta crudeltà, fu la fedeltà alla fede cattolica e particolarmente per ciò che riguarda la verità dell’Eucaristia e del Romano Pontefice.
Nacque in Islanda nel 1133.
Divenne sacerdote da giovane; studiò all’estero, in particolare a Parigi e a Lincoln.
Quanto tornò in patria si fece canonico regolare nel primo monastero dell’Ordine fondato in Islanda, dove esercitò gli incarichi di priore e di abate.
Nel 1178 fu eletto vescovo di Skalholt, ma non lasciò lo stile di vita canonicale.
Fu un sostenitore della riforma nella vita del clero e dell’indissolubilità del matrimonio; lavorò molto per l’affermazione della Chiesa in Islanda.
Morì il 23 dicembre.
Il papa Giovanni Paolo II nel 1984 lo ha proclamato patrono dell’Islanda.
Gabriele Pergaud nacque il 29 Ottobre 1752 a Saint-Priest-la-Plaine, nei pressi di Creuse in Francia. Sentendosi chiamato alla vita religiosa e sacerdotale, entrò nella Congregazione di Francia dei Canonici Regolari di Sant’Agostino, ove nel 1769 emise i suoi voti. Ricevuta l’ordinazione presbiterale, svolse vari incarichi, l’ultimo dei quali fu quello di priore dell’abbazia della Beata Vergine Maria di Beaulieu, in Cotes d’Armor. Uomo di carattere forte e viva fede Gabriele rifiutò il giuramento civile allo stato, imposto dalle autorità politiche in seguito alla promulgazione della nuova costituzione francese. Il pontefice Pio VI aveva infatti condannato tali provvedimenti, volti a disconoscere il potere papale sulla Chiesa gallicana. Per questo motivo il Pergaud fu imprigionato e rinchiuso in una delle due navi, meglio note come “pontoni”, ancorate nel mare al largo di Rochefort.
I sacerdoti e religiosi deportati erano stipati nello stretto interponte, passavano la notte in condizioni disumane ed insopportabili. Ciò era aggravato dal fatto che l’equipaggio ogni mattina faceva bruciare del catrame, rendendo l’aria irrespirabile. Durante il giorno dovevano stare in piedi sul ponte della nave. Il cibo era scarso e spesso avariato. Inoltre erano esposti alla brutalità e ai motteggi dei marinai. Ogni preghiera e ogni segno religioso erano non solo proibiti, ma anche severamente repressi. Praticamente tutti furono colpiti da una malattia contagiosa e, essendo vietata l’assistenza di un medico, parecchi si fecero infermieri dei loro confratelli.
I sacerdoti e religiosi coltivavano in gran parte una vera vita spirituale e, date le severe proibizioni, dovevano ricorrere a sotterfugi. Seguendo l’esempio di Cristo, perdonarono i loro aguzzini e scrissero le loro “risoluzioni” in un diario. Una di queste recita: “Se siamo i più infelici degli uomini, siamo anche i più felici dei cristiani”.
Dopo molte sofferenze, sopportate con spirito di abbandono a Dio e riconfermando la sua fedeltà alla Chiesa Cattolica, Gabriele Pergaud spirò il 21 luglio 1794. E’ stato beatificato il 1° ottobre 1995 da Papa Giovanni Paolo II, insieme ad altri numerosi martiri compagni, anch’essi martiri nei “pontoni di Rochefort”.
AGOSTO
Nacque in Sardegna all’inizio del secolo IV. Divenne chierico a Roma e fu eletto primo Vescovo di Vercelli nel 345.
Fu il primo ad introdurre in Occidente la vita comune sul modello dei monaci tra il clero, in modo che i sacerdoti praticassero una vita di penitenza e nello stesso tempo curassero la liturgia solenne e l’apostolato.
E il modello di vita dei Canonici Regolari, come in seguito furono detti e che si diffuse largamente.
L’Imperatore Costanzo lo costrinse all’esilio, dove soffrì molto.
Quando poté tornare in patria, si adoperò fino in fondo per ristabilire la lede cattolica inquinata dall’eresia ariana.
Morì a Vercelli nel 371.
La maggior parte delle informazioni riguardanti la sua vita, provengono da una biografia scritta da un monaco vissuto nel 1200, che tuttavia non conobbe personalmente Giuliana, ma si basò sulle testimonianze delle consorelle e dei contemporanei della santa. Giuliana nacque a Retinne, nei pressi di Fléron, in Belgio, tra il 1191 ed il 1192. Rimasta orfana a cinque anni, fu affidata alle monache agostiniane del convento-lebbrosario di Mont-Cornillon. Una delle monache, suor Sapienza, si occupò in particolar modo della sua educazione e della sua maturazione spirituale. Sin da ragazza si distinse per la sua vasta cultura e per la sua conoscenza dei testi patristici (leggeva soprattutto le opere di sant’Agostino e di san Bernardo).
All’età di sedici anni (1207-1208), quando già aveva assunto l’abito religioso ed era entrata a far parte dell’ordine delle monache agostiniane, le sarebbe apparsa in visione la Chiesa, con le sembianze di una luna piena, ma con una striscia scura che l’attraversava, ad indicare la mancanza di una festività. Nel 1208 ebbe un’altra visione, ma questa volta le sarebbe apparso Cristo stesso, che le chiese di adoperarsi affinché venisse istituita la festa del Santissimo Sacramento, per ravvivare la fede dei fedeli e per espiare i peccati commessi contro il Sacramento dell’Eucaristia. Per numerosi anni non parlò a nessuno di queste rivelazioni finché, dopo essere divenuta priora del convento nel 1222, si confidò con altre due religiose, anch’esse ferventi adoratrici dell’Eucaristia. Tempo dopo, chiese a Giovanni di Losanna, sacerdote di Liegi, di interrogare i maggiori teologi ed ecclesiastici del tempo per chiedere l’istituzione della festa.
Scrisse anche una petizione al domenicano Ugo di San Caro, all’arcidiacono di Liegi, Jacques Pantaléon (futuro Urbano IV) e a Roberto de Thourotte, vescovo di Liegi. Furono proprio l’iniziativa e le insistenti richieste della monaca a far sì che, dopo alcune esitazioni, nel 1246 Roberto de Thourotte convocasse un sinodo ed ordinasse, a partire dall’anno successivo, la celebrazione della festa del Corpus Domini nella sua diocesi. All’epoca i vescovi avevano infatti la facoltà di istituire festività all’interno delle proprie diocesi.
Per l’opposizione che dovette subire da parte di alcuni ecclesiastici e del suo stesso monastero, causate dalla severa disciplina che aveva instaurato a Mont-Cornillon, nel 1248 Giuliana lasciò il convento e passò gli anni successivi in vari monasteri cistercensi, continuando a diffondere il culto per il Santissimo Sacramento. Morì il 5 aprile 1258 a Fosses-la-Ville; la Vita tramandataci dal monaco racconta che morì contemplando ancora una volta l’Eucaristia.
Nato il 31 agosto à La Rosière ( comune di Orsières), morto l’11 agosto 1949 al colle del Choula (Cina).
Figlio di Jean-Joseph e di Faustine Rossier, contadini, Maurizio studia al collegio di S. Maurizio (1925-31),poi entra al noviziato del Gran-San Bernardo nel 1931; canonico regolare nel 1935.
Raggiunge i suoi confratelli andati per fondare nel Tibet un ospizio e arriva nel 1936 nella missione delle marche tibetane del Yunnan. Ordinato sacerdote a Hanoï (Vietnam) nel 1938, dirige il seminario minore, destinato a formare il clero indigeno, dal 1938 al 1945. Nominato parroco di Yerkalo, unico posto impiantato nel Tibet indipendente, nel giugno 1945, è esposto all’ostilità dei lama e espulso nel gennaio 1946. Cerca invano degli appoggi presso i rappresentanti diplomatici delle nazioni occidentali a Nankin, e del nunzio apostolico.
Il concepisce finalmente il progetto di difendere la sua causa presso il Dalai-Lama. Con il consenso dei suoi superiori, si unisce nel luglio 1949 a una carovana in partenza per Lhassa. A mezza strada, è costretto di tornare indietro. È ammazzato con il suo servitore tibetano, al colle del Choula, alla frontiera sino-tibetana . Suo corpo riposa nel giardino della missione di Yerkalo.
La causa di beatificazione è aperta per istigazione del suo compagno di missione, il prevosto Angelin Lovey, con un processo informativo diocesano a Sion (1953-1963), inaugurato da Mons. Nestor Adam. Il papa Giovanni-Paolo II riconosce a Maurizio Tornay il titolo di martire della fede nel luglio 1992 e procede alla sua beatificazione il 16 maggio 1993.
In occasione della beatificazione del Servitore di Dio Maurizio Tornay, il papa Giovanni-Paolo II ha fissato la festa liturgica del nuovo Beato al 12 agosto. Cosi, ogni anno, a questa data, numerosi amici del Beato vengono a La Rosière, luogo di nascita del beato Maurizio, per celebrare l’ufficio divino che ci ricorda il martirio del canonico, l’11 agosto 1949.
Meinardo (1134-1196). Non si hanno notizie della sua giovinezza. Era monaco agostiniano della Congregazione dei Canonici Regolari Lateranensi, e si trovava in un convento vicino Segeberg nello Holstein. Forse stimolato dai racconti dei mercanti di Lubecca, che si recavano spesso fra le popolazioni barbare e pagane della Livonia (Livoni, Curi, Letgalli e Semigalli), per acquistare pellicce preziose, Meinardo sentì la vocazione di andare a propagare la fede cattolica fra quei popoli pagani.
Si imbarcò allora a Lubecca come cappellano su un mercantile diretto nel golfo di Riga. Giunto colà, incontrò il principe russo Wladimiro di Polotzk e gli chiese il permesso di predicare il Vangelo nella regione. Attorno al 1184 iniziò la costruzione della prima chiesa della Livonia, a Ikšķile, sulla riva destra della Dvina Occidentale, venti miglia a est dell’attuale Riga, la chiesa, dedicata alla Vergine Maria, fu costruita in pietra, e difesa da una fortezza per proteggerla dai predatori. I Livi cercheranno di distruggere la chiesa tirandola con le corde, ma si accorgeranno che questa è troppo solida per le loro usanze. Nel 1186 Meinardo tornò in Germania a fare un rapporto della sua opera di apostolato all’arcivescovo Hartwig II di Brema, che lo consacrò vescovo dei Livoni. Su richiesta dello stesso Hartwig, il papa Clemente III (m.1191) riconobbe, con un Breve apostolico del 25 sett. 1188, il vescovado di Ikšķile suffraganeo di Brema.
Perso l’appoggio del vescovo Hartwig, che era stato cacciato da Brema. Meinardo, già avanti negli anni, e spesso attaccato dai pagani, avvertì l’enorme peso della missione che aveva intrapreso. Si rivolse allora direttamente al papa per chiedergli aiuti, il 27 aprile 1191 il papa Celestino III permise all’episcopus Livoniae gentis di cercare aiuti in Germania. Ma i Livoni, dopo i primi entusiasmi, avevano iniziato a guardare con sospetto i predicatori tedeschi, per cui Meinardo vedendo la grave situazione in cui stava per precipitare la giovane chiesa livone, inviò a Roma in cerca di nuovi aiuti il suo collaboratore, il monaco cistercense Teodorico von Treyden. Celestino III allora concesse un’indulgenza a tutti coloro che fossero pronti a partire per dare
sostegno alla chiesa della Livonia, e bandì una vera e propria crociata.
Meinardo però morì mentre ancora attendeva questi aiuti, profondamente rattristato per il fallimento della sua opera, l’11 ottobre (secondo altre fonti il 12 aprile o il 14 agosto) 1196. Il vescovo Bertoldo Schulte, suo successore, nel 1198 verrà ucciso e fatto a pezzi dalla popolazione locale. Per riportare ordine nella regione si dovrà attendere Alberto di Buxthoeven, che nel 1199 sarà nominato vescovo di Livonia da papa Innocenzo III, fonderà Riga nel 1201 e fonderà l’Ordine Livoniano (Fratres Militiae Christi) al fine di cristianizzare la regione
Alipio ebbe come amico e maestro sant’Agostino; egli contribuì a distoglierlo dai piaceri del mondo inculcandogli l’amore per il celibato.
I due ricevetteo insieme il battesimo. Acmpagnato Agostino in Africa, professò con lui la vita comune che poi, fatto vescovo di Tagaste, condusse con il suo clero.
Benemerito della Chiesa Africana, morì circa l’anno 430. Possidio, amico e discepolo di Agostino abbracciò anch’egli nella Chiesa di Ippona la vita comune.
Fatto vescovo di Calama, popagandò la vita comune fra i suoi chierici.
Curò con sollecitudine i problemi della Chiesa Africana.
Nacque a Tagaste in Africa nel 331 da famiglia cristiana.
Data in sposa a Patrizio, in età giovanissima, ebbe diversi figli, tra i quali Agostino, per la cui conversione versò tante lacrime ed elevò tante preghiere a Dio.
Esempio di madre veramente santa, alimentò la fede con la preghiera e la manifestò con le virtù.
Morì ad Ostia nel 387.
Nacque a Tagaste, in Africa, nel 354. Dopo un’adolescenza inquieta, si convertì alla fede e nell’anno 387 fu battezzato da sant’Ambrogio, vescovo di Milano.
Ritornato in patria, condusse una vita ascetica.
Eletto vescovo di Ippona nel 395, istituì nell’episcopio un monastero per chierici, con i quali visse secondo il modello della Chiesa primitiva e per i quali scrisse una regola esaltando quel tipo di vita e confermandolo con l’esempio.
In tal modo determinò nelle sue linee essenziali l’attività dell’Ordine Canonicale.
Di ingegno fecondissimo scrisse molte opere, con le quali illustrò la fede e controbatté fortemente gli errori del suo tempo.
Per 34 anni, quale pastore esemplare, curò con amore il gregge affidatogli, e lo formò specialmente con i suoi numerosi discorsi.
Morì a Ippona nell’anno 430.
SETTEMBRE
Nell’anno 1792, durante la rivoluzione francese, molti furono i sacerdoti imprigionati e quindi uccisi.
Tra questi sono ricordati tre canonici regolari.
Il primo dell’Abbia di San Vittore, dove era bibliotecario gli altrii due appartenevano alla congregazione canonicale francese dei Canonici Regolari di Santa Genoveffa.
Tutti, rifiutato il giuramento civile con coraggio, furono uccisi il 3 settembre dello stesso anno a Parigi.
Nato a Langeac in Francia ed educato alle discipline umanistiche, fu ordinato sacerdote e intraprese l’attività della predicazione.
Accolto all’Ordine Canonicale, si ritirò in solitudine vicino Pébrac dove edificò un monastero insieme ad altri confratelli.
Posto a capo della medesima comunità, come buon pastore diede esempio a tutti I suoi confratelli.
Morì verso l’anno 1080.
Fin dalla prima giovinezza entrò nella comunità di Santa Croce di Mortara dei Canonici Regolari.
Ordinato sacerdote, venne eletto priore, quindi vescovo prima di Bobbio poi di Vercelli.
Resasi, però, vacante la sede di Gerusalemme, venne promosso da Innocenzo Terzo a quella sede patriarcale.
Durante gli otto anni trascorsi santamente in oriente, compose la regola dei Carmelitani.
Stimato e onorato da tutti, morì nel 1214.
Nacque a Epila in Spagna.
Dopo aver terminato gli studi universitari a Bologna, ritornò in patria, dove entrò tra i Canonici Regolari a Saragozza.
Si sforzò di estirpare le superstizioni e le eresie in conformità all’incarico che gli era stato affidato.
Fu ucciso nel 1485 durante la celebrazione dell’ufficio divino.
Nacque in Danimarca da famiglia illustre, fu educato nelle scienze umane e senti la vocazione ad una vita spiritualmente impegnata.
Il vescovo di Viborg (Jutland), Eskillo, lo accolse tra i Canonici Regolari della cattedrale; divenne maestro dei novizi e poi priore.
Col prestigio del priorato si diede da fare per comporre la pace tra i vari signori della città in lite tra loro.
Annunciò il Vangelo a quelle popolazioni nordiche ancora pagane.
Morì il 27 settembre 1151.
OTTOBRE
Nacque in Belgio; fin dall’infanzia fu educato alla pietà e nelle lettere nel monastero di San Trudone.
Esercitò l’ufficio di cancelliere nel palazzo di Carlo Martello re dei Franchi.
Eletto vescovo di Metz, meritò di essere chiamato decoro dell’episcopato. Riunì i canonici della sua cattedrale a vita comune e compilò per loro una regola, adottata poi da molti vescovi e alla quale si ispirarono molte regole scritte per i canonici.
Difese con coraggio i diritti della Chiesa, costruì edifici sacri, intervenne a numerosi concili.
Fu generoso verso i poveri si accontentò di molto poco per sé.
Morì nell’anno 766.
Entrato fin da giovane nell’Ordine Canonicale a Bridlington in Inghilterra adempì con fedeltà e umiltà tutti gli uffici dell’istituto.
Eletto priore del monastero si prefisse di non comandare o insegnare nulla che non avesse fatto egli stesso per primo.
Paziente nel sopportare le avversità, morì nell’anno 1379.
Nacque verso la metà dell’XI sec., presso L’Isle-Jourdain, che all’epoca era parte della diocesi di Toulouse. Da giovane tentò la carriera militare, ma lasciò le armi molto presto per servire Dio.
Divenne arcidiacono della cattedrale, poi vescovo di Comminges; si impegnò per fare accettare la riforma « gregoriana » (Gregorio VII) nella sua diocesi.
Ricostruì la cattedrale e vi apri una casa di Canonici Regolari, per il servizio liturgico e pastorale.
Morì a Comminges, sembra, il 16 ottobre 1123.
La sua fama fu tanto grande che la sua città ne prese il nome: non più Comminges ma Saint-Bertrand-de-Comminges.
Il papa Clemente V fece personalmente una traslazione delle sue reliquie, che collocò in una sistemazione artisticamente preziosa, il 16 gennaio 1309.
Da ragazzo entrò nel collegio dei Canonici Regolari di sant’Eufemia a Piacenza; fu mandato a Parigi per lo studio della teologia.
Ritornato a Piacenza, accettò l’ufficio di priore.
Quando morì il vescovo della città, fu eletto vescovo e introdusse la vita regolare tra i canonici della cattedrale.
Successivamente fu trasferito alla sede di Pavia dove riformò la collegiata di San Pietro in Ciel d’Oro.
Esercitò con grande cura la predicazione che gli era stata affidata.
Morì nel 1229.
NOVEMBRE
Nato a Puissalicon in Francia e formatosi negli studi umanistici, abbracciò l’istituto dei Canonici Regolari a Santa Maria di Cassan presso Bézier (Hérault).
Ordinato sacerdote condusse una vita così esemplare da essere nominato priore della collegiata.
Durante il suo priorato si costruirono la nuova chiesa, il chiostro e l’ospizio.
Eletto vescovo di Béziers, esercitò tale servizio santamente.
Morì nell’anno 1123.
Israele fu canonico del monastero di Dorat (Haute Vienne) nella diocesi di Limoges.
Divenne santo esercitando con impegno la professione di insegnante Suoi discepoli nella vita canonicale, che poi abbracciarono, furono Gualtiero e Teobaldo. Morì nel 1014.
Gualtiero, eletto abate del monastero di San Pietro di Lesterps (Charente), morì nel 1070, dopo aver esercitato il proprio ufficio con dignità e fermezza.
Teobaldo fu rettore della chiesa collegiale di Dorat, morì santamente nel 1070.
Lorenzo O’Toole era irlandese; ancora fanciullo dovette andare in esilio, lontano dalla patria.
Richiamato dall’esilio, si recò dal vescovo di Glendaloch.
Fu religioso e divenne abate, sempre esemplare: per umiltà, carità e santità di vita. Nominato vescovo di Dublino, allora indusse i canonici della cattedrale ad abbracciare la vita comune, che egli stesso condivise con loro: tutto questo realizzò con particolare delicatezza.
Si segnalò come vescovo premuroso verso i poveri, come mediatore di pace tra Irlanda ed Inghilterra.
Mentre accompagnava il re d’Inghilterra in Normandia, fu colpito da febbre e morì ne1 monastero di Eu dei Canonici Regolari di San Vittore, il 14 novembre 1180.
All’età di vent’anni si ritirò nel monastero di S. Maria d’Abondance dei canonici regolari.
Perfetto esempio dell’osservanza regolare, stimolò i confratelli a scegliere e ad abbracciare la regola di sant’Agostino pur con i dovuti adattamenti.
Poiché aumentava il loro numero, costruì un altro monastero presso Sixte spinse alcuni abati vicini a formare una congregazione dell’Ordine
Canonicale.
Morì nel 1178.
DICEMBRE
Giovanni, chiamato Ruysbroek dal nome del suo paese d’origine nel Brabante, fu inizialmente cappellano a Bruxelles, nella chiesa di San Gudula.
Dopo i cinquant’anni, per servire Dio più liberamente, si recò a Groenendaal con altri compagni; lì costruirono un monastero, che diede inizio alla congregazione dei Canonici Regolari di Groenendaal, e Giovanni ne divenne il primo superiore.
Fu molto impegnato nello scrivere libri sulla preghiera e sulla contemplazione, ricchi di alta dottrina spirituale in elegante lingua fiamminga; molte persone accorrevano a lui attirati dalla sua fama, per ricevere consigli e direzione spirituale.
Morì quasi novantenne nel 1381.
Nacque a Bologna; li abbracciò l’Ordine canonicale nella Congregazione Renana.
Incaricato di servire gli ospiti, un giorno dovette servire l’uccisore di suo padre, reprimendo in sé ogni moto di vendetta.
Ordinato sacerdote, per venire incontro al suo ardente amore della vita contemplativa, fu inviato nella casa di Sant’Ambrogio, a Gubbio, dove condusse vita eremitica.
Rifiutò costantemente l’arcivescovado di Firenze che gli stato offerto.
Morì ad Arezzo il 16 aprile 1513; il 3 dicembre dello stesso anno il suo corpo fu traslato a Gubbio.
Nacque a Mirecourt nella Lorena, professò nell’istituto del Canonici Regolari nell’abbazia di Chamouzey.
Ordinato sacerdote, scelse una parrocchia povera e si distinse nella cura pastorale.
Aiutato dalla beata Alessia Le Clerc, fondò la congregazione delle Canonichesse di Nostra Signora.
Riformò i Canonici Regolari della Lorena e fondò la Congregazione del Salvatore.
Morì nel 1640.
Nacque da ricca famiglia il 1090 ad Hameln in Germania. Insegnò a Paderborn, Brema e Laon.
Ordinato sacerdote nel 1126, intraprese l’attività missionaria fra le popolazioni Slave, ancora pagane, particolarmente fra le tribù dei Vagri nella Germania settentrionale.
A tale scopo, egli stesso, membro dell’Ordine Canonicale, formò in quella regione due monasteri di Canonici Regolari, uno a Neumünster e l’altro a Segeberg.
Quando la pria comunità fu trasferita a Bordesholm, fu unita alla Congregazione di Windesheim.
Dopo una vita molto tribolata, Vicelino morì vescovo di Oldemburg il 12 dicembre 1154.
Nacque presso Passaria in Baviera, e fu educato dai Canonici Regolari della stessa città: adulto si consacrò a Dio nello stesso istituto.
Venne nominato da Corrado, vescovo di Salisburgo, decano del capitolo della cattedrale, che seguiva la regola di sant’Agostino.
Eletto prevosto di Chiemsée, fu da san Leopoldo chiamato a reggere il monastero di Klosterneuburg. Ovunque diede esempi di virtù, specialmente di prudenza.
Nominato vescovo di Bressanone, fece erigere il monastero di Novacella (Neustift) vicino a questa città.
Difese coraggiosamente i diritti del Romano Pontefice.
Morì il 23 dicembre 1164.